Stagione 2012, cosa ne è stato?

Stagione 2012, cosa ne è stato?

La stagione 2012/13 è stata caratterizzata da abbondanti piogge soprattutto concentrate tra maggio e meta luglio. Questo ha permesso il propagarsi della peronospora che nel mio caso specifico ha compromesso metà del raccolto.

Forse per la giovinezza delle piante, per l’impossibilità di utilizzare in biodinamica dosi eccessive di rame, infatti il limite per anno passa dai 6 kg/ha per il biologico a 3 Kg/ha per il biodinamico, già alla fine di maggio avevo raggiunto il limite massimo e per questo sono stato costretto a bloccarmi nel trattare.

Anche l’oidio ha fatto la sua comparsa ma la pressione della malattia è stata ben minore della peronospora.

Le varietà piu’ sensibili alla peronospora sono state (dalla piu’ sensibile alla meno sensibile): il Maturano bianco, il Pampanaro, il Moscato di Terracina, il Capolongo, il Maturano nero,l’Olivella nera, il Lecinaro e lo Syrah. Lo Syrah ha espresso, con mio grande stupore , una spiccata resistenza alla malattia e allo stesso tempo una vigoria quasi instancabile.

Prevedo l’inizio della vendemmia per la terza settimana di settembre per i bianchi e parte dei rossi, il Lecinaro sarà,invece, vendemmiato la prima settimana di ottobre e l’Olivella la settimana successiva.

I pied de cuve saranno preparati nella grotta di famiglia per essere trasportati poi nella valle di comino dove faranno da innesco per le fermentazioni spontanee, con il fine ultimo di ottenere un vino che sia più naturale possibile e che rispecchi in todo le peculiarità delle uve e del territorio che lo hanno generato.

Sono consapevole che produrre vini biodinamici-naturali sarà complicato ma allo stesso tempo esaltante e spero che i miei futuri clienti potranno apprezzare nei loro bicchieri tutta la fatica fatta per produrli.

Il rispetto del territorio e del terreno è per me l’unica strada percorribile al fine di produrre vini che rispecchino la cultura del posto e le aspirazioni dei braccianti che con il loro lavoro l’hanno prodotto.

Mi piace pensare che potrò portare così un pezzo di Arce sulle tavole di tutto il mondo e che i miei habitué possano immaginare, annusando i loro profumi, quei stessi odori che sento tra le mie vigne con l’alternarsi delle stagioni. Do da mangiare al mio terreno affinché questi e solo questi alimenti le mie piante. Respiro a pieni polmoni l’aria carica di umidità delle mie valli, i colori cambiano davanti ai miei occhi. Gli acini si colorano, ingrossano, le pelli si tendono, lo zucchero comincia a straripare dalle loro fessurazioni…………………. La biodinamica le ha fatte rivivere. Cosi’ come io rivivo con loro. Il presente, passato e futuro concidono all’unisono e tutto quello che voglio per me è qui, sotto i miei piedi. O voglia di condividere tutto questo.

Quante falsità, quanti veleni, quante ipocrisie hanno plagiato la mia mente, ma ora un barlume di verità si fa spazio nel buio del relativismo più assoluto, la strada da percorrere è ora qui d’innanzi a me, proporre un vino privo di ipocrisie, un vino libero dai pregiudizi, un vino con una parola sola: naturale.

Naturale e celestiale come l’arte del Corelli, qui la natura si rimpossessa dei suoi spazi ed esprime liberamente se stessa. Quello che ho fatto un colpo di genio?! No, ho solo osservato e liberato le forze che attanagliavano le mie valli.

Da queste nascono i miei vini, e tutto questo grazie alla biodinamica e all’intuizione di quelle persone che mi sono state accanto in questi anni.

Palazzo Tronconi è qui per servirvi, per ammaliarvi, per allietare le vostre serate, per donarvi un brivido di libertà e leggerezza: questo è quello cui aspiro e questo è quello che posso darvi.

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